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Progetto 25 - Coordinamento Getulio Alviani

Raccoglie le serigrafie progettate da un gruppo di artisti ( protagonisti dell “ arte esatta” come precisa Alviani ) rapportabili sia pure liberamente a rigorose tendenze poetiche molto care a Paolo Minoli:

 

Alviani, Anceshi, Anuszkiewicz, Boriani, Catellani, Christen, Cruz-Diez, De Vecchi, Duarte, Hill, Kapusta, Knifer, Landi, Lowe, Lucena, Mari, Missironi, Mavigner, Morellet, Picelj, Snelson, Steele, Stein, Varisco, Winiarski.

 

 

           
                     
           
                     
           
                     
           
                     
           

 

Testimonianza di Getulio Alviani

Paolo Minoli nel giugno del 2004 mi disse che gli avrebbe fatto molto piacere poter editare una mia grafica come qualche cosa di riassuntivo della sua attività, della sua vita.  Lo sentii come qualche cosa di estremamente impegnativo. Sapevo tutto della sua malattia appena infaustamente diagnosticata. Avevo passato identica situazione pochi anni prima per quanto era stato fatale per la mia compagna: una condanna a morte inesorabile, inevitabile.

La vita non ha alcun senso, ma l’uomo trova infinite ragioni per esistere e il progetto è forse la più elevata e quando la vita sfugge il progetto diventa, può diventare, tutto.
Gli dissi che non solo avrebbe editato una mia grafica ma sarebbe stato possibile fare un portfolio con molti di noi, con i protagonisti dell'arte esatta che ancora lavorano, in silenzio o meno, con intelligenza com’è la condizione/prerogativa di chi fa questo tipo di ricerche in varie parti del mondo.
Incominciai a scrivere lettere e a telefonare e il programma -progetto fu fatto: dai colleghi italiani a quelli d’Europa, Nord e Sud America.
Paolo Minoli modestamente quasi incredulo cominciò a ricevere i progetti e credo questo gli possa aver, dato in mezzo al suo dramma inimmaginabile, energia, fiducia, soddisfazione.
Tra i primi François Morellet con una struttura grafica esplicitamente dedicatagli. Enrico Castellani al quale chiesi la sua partecipazione un giovedì e già il lunedì successivo arrivò il suo disegno e molto elaborato, ricordo quanto questo inorgoglì Paolo.Seguirono tutti da Joël Stein a Edoardo Landi, Grazia Varisco, Manfredo Massironi, Carlos Cruz-Diez e Paolo Minoli ne vide molti stampati con, priorità assoluta, dall’amico di sempre Rinaldo Rossi incline verso le cose difficili, quasi impossibili.
Con Paolo Minoli vedevamo le prove controllavamo i colori e questo credo abbia rappresentato sino all’ultimo quel qualche cosa di positivo che tutto il resto gli stava togliendo. Vide quasi tutti i progetti poi i suoi occhi si chiusero per sempre. Da parte mia ho continuato, con ancor maggior impegno, perché tutto si realizzasse al meglio. Ora a un anno dalla sua scomparsa la tiratura delle 22 grafiche è terminata il portfolio è completo. 22 il primo palindromo di numero pari per una serie in cui l’esattezza, la matematica sono le componenti fondamentali. Anche Julije Knifer ci ha lasciato senza poter firmare la sua opera ma gli altri vecchi e meno ci siamo tutti, con rappresentanti dei gruppi EQUIPO 57, N T, GRAV. Angel Duarte, Gabriele De Vecchi, Ivan Picelj, Anthony Hill, Almir Mavignier, Andreas Christen, Peter Lowe, Jeffrey Steele, Richard Anuszkiewicz, Kenneth Snelson, Victor Lucena, Janusz Kapusta. Credo i migliori di questa arte fatta di problemi, costruttivi e percettivi strutturali e fenomenici sempre verificabili, com’è il termine che ci accomuna e ci piace tanto, ci siamo tutti. Getulio Alviani, 2 novembre 2005

 

 

 

 

Il segno

Accanto al porfolio organico che va sotto il numero magico di 25, si é avviata una collana di cartelle singole, sempre elaborate quale omaggio a Paolo Minoli che costituisce l’avvio dell’attivita’ editoriale della fondazione programmata per il futuro; i progetti son stati predisposti da:

 

Emilio Isgrò, Aoi Kono Huber, Paolo Minoli, Marcello Morandini, Ugo Nespolo, Walter Valentini.

 

         
                 
           
                 

 

 

 

Munari Ritratto di una collezione

 

 

 

 

 

 

La Pittura, a ricordarsi

Misia De Angelis, Alessandro Fieschi, Marco Grimaldi, Ayako Nakamiya, Pietro Pasquali, Rossella Rapetti, Elena Strada.

 

 

 

Nelle linee programmatiche di Casaperlarte già a partire dall’elaborazione preliminare, e poi via via nel corso della definizione operativa, il tema di un collegamento attivo con le nuove generazioni d’artisti si poneva quale impegno prioritario, ma senza condizionamenti accademici.
Paolo  Minoli  percepiva  la  traslazione  dagli  “studi”  alla  definizione  e  istituzione  di  una professionalità individua come momento fondante di una personalità artistica, e dunque per sua natura necessitante di relazioni e di comunicazioni dialettiche.
La fondazione da lui creata non può certo pretendere di interferire operativamente nella sperimentazione degli artisti che per gradi più o meno dilatati si cercano la propria via; ma certo può offrire un luogo di presentazione e di confronto meno occasionale o provvisorio.
La serie di mostre che si inaugura con questa collettiva di sette pittori legati a Minoli da una consuetudine che andava già oltre il riferimento scolastico braidense vuole essere la prima tappa di un programma sistematico attraverso cui Casaperlarte intende illustrare e fiancheggiare l’arte “giovane” nella sua articolazione concreta, giorno dopo giorno; anche semplicemente come documento partecipe di ricerca. Così Khalid Islam e Carlo Pirovano, rispettivamente presidente e coordinatore generale di “CASAPERLARTE fondazione paolo minoli” introducono a questa mostra, che dopo la rassegna di inaugurazione  della  sede  della  Fondazione  nello  scorso  mese  di  dicembre,  apre  in  modo programmato l’attività espositiva.

Vi vengono presentate – scrive in catalogo Claudio Cerritelli nella introduzione al catalogo – «Sette stanze dedicate al colore, sette giovani autori della pittura in atto, altrettante visioni parallele, climi d’immagine che emanano temperature diverse e diffondono, di grado in grado, la relazione dello sguardo con lo spazio misterioso dei sensi creativi. (…) Il pensiero dominante del colore-luce è la comune forza che questi pittori esercitano nel contesto attuale delle arti, il vero margine di libertà in cui agiscono con la coscienza che nessun miraggio tecnologico può allontanare la pittura da se stessa, dalla storia e dal futuro del suo eterno presente.(…) In altri termini, la superficie della pittura richiama la memoria del suo sistema, l’identità delle oscillazioni linguistiche nel complesso campo dell’astrattismo: dalla costruzione geometrica alle esplosioni del gesto, dalla superficie monocroma ai dinamismi della materia, dalle pure luminosità del  colore ai grovigli del segno. (…) Al di là delle somiglianze o delle differenze le pratiche pittoriche di questi giovani autori mostrano di aver filtrato le problematiche di fondo della pittura contemporanea, e soprattutto, la convinzione che l’odierna visione del dipingere richiede scarti sottili, minimi processi di trasformazione che si addentrano in quella inesauribile zona di memoria che è il colore. La pittura, a ricordarsi.

Sette sono gli artisti selezionati per questa esposizione, lombardi in massima parte e tutti attivi sul territorio della regione Lombardia: Alessandro Fieschi (Milano 1968), Misia De Angelis (Varese 1964), Marco Grimaldi (Udine 1967), Ayako Nakamiya (Tokyo 1960), Pietro Pasquali (Paratico-BG 1967), Rossella Rapetti (Milano 1965) e Elena Strada (Milano 1967).

La mostra è accompagnata dal primo numero dei QUADERNI CASAPERLARTE, che parte da una poesia di Paolo Minoli, intitolata “A ricordarsi” e poi, attraverso i testi di Claudio Cerritelli e Alberto Veca, introduce al catalogo delle opere esposte.

La rassegna, che si inaugura sabato 20 maggio alle ore 17.30, resterà aperta fino al 23 luglio tutti i giorni (escluso domenica e lunedì) dalle 15.30 alle 19 e su appuntamento.

 

 

 

 

 

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